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Intervista a Lucia Biancalana

autrice di Cicero | Guida illustrata alle figure retoriche

a cura di Costanza Raspa

 

¶ Come è nata l’idea di questo progetto?

Quando si è trattato di dover scegliere l’argomento di tesi non sapevo davvero su cosa concentrarmi. Ho optato per le figure retoriche, perché è un tema che tocca più discipline contemporaneamente. In realtà, le trovo anche molto divertenti, perché attraverso le figure retoriche si può davvero giocare con le parole e con le immagini.
E di tutti gli artefatti che si possono creare a partire da questo argomento, ho scelto un manuale tascabile – perché deve poter stare ovunque, proprio come le figure retoriche – e illustrato – perché volevo metterci dentro più informazioni possibili.

 

¶ Ci sono differenze con il progetto della tua tesi?

Non molte. Dopo due anni ho ripreso in mano il progetto e sfogliato nuovamente ogni pagina, questa volta con la supervisione delle mie editrici e un esperto del settore. Abbiamo aggiunto un’introduzione più ampia e migliorato alcuni testi e immagini. La struttura, però, è rimasta invariata.

 

¶ Come hai selezionato le figure retoriche? (le più strane, le più comuni, quelle con i nomi più bizzarri?)

In realtà penso siano quasi tutte. Ho preso come riferimento diversi manuali di retorica per cercare le varie denominazioni e le figure meno comuni, con l’obiettivo di non tralasciarne nessuna. Se ne ho omesse alcune è perché non rientravano pienamente nel titolo di figura retorica o magari risultavano molto simili ad altre già nominate. Come l’analogia per esempio, che in realtà è una sorta di metafora. Ci sono così tante sfumature che ho cercato di mantenermi un po’ sui colori primari, ecco.

 

¶ L’idea di disegnare Cicero: un “pittogramma coi capelli scuri e i pantaloni”, com’è nata?

La definizione di pittogramma è stata suggerita dal mio relatore, Beppe Giacobbe. L’idea iniziale era comunque quella di sfruttare il corpo umano e il suo linguaggio per dare un’interpretazione letteraria del nome di ogni figura.
È un’esercizio che avevo già fatto precedentemente per un altro progetto, basato su Exercices de style di Queneau. In quel caso avevo sfruttato solo le espressioni del volto, ma per le figure retoriche mi servivano più elementi. Mi diverte sempre un sacco fare questo tipo di associazioni.

 

¶ Dovendo scegliere una o più figure retoriche, quale preferisci?

L’ossimoro. Ogni cosa per me è un ossimoro. Mi piace pensare che tutto quello che vediamo e pensiamo è anche l’opposto di se stesso e viceversa.

 

¶ Raccontaci il lavoro fatto con le illustrazioni.

Il linguaggio dell’immagine viene sfruttato in due modi diversi. L’esempio visivo è sempre centrale sulla pagina, ed è una rappresentazione pressoché invariata dell’immagine a cui fa riferimento. Ma l’immagine non è solo il testo da analizzare, in questo manuale viene sfruttata anche come supporto per l’analisi, attraverso il pittogramma a piè di pagina.
Di conseguenza, anche i due stili risultano diversi.

 

¶ Come ti immagini il rapporto tra Cicero e il lettore? (un testo da studiare, un libro da spulciare e consultare ogni tanto?)

È un manuale che contiene livelli di lettura diversi, e che vuole essere utile a un liceale di sedici anni alle prese con l’analisi testuale, così come a un professionista nel settore della comunicazione visiva. Può diventare anche un testo da studiare, certo, soprattutto se si cerca di leggere la classificazione delle figure retoriche. Perché no, si può anche affiancare ad altri testi che entrano più nel dettaglio, ad esempio. Non perde la sua utilità comunque se viene lasciato sulla libreria di casa e aperto di tanto in tanto, quando la memoria o le idee vengono meno.

 

¶ “Ma se parlare per figure retoriche è un’abitudine comune, il saperle riconoscere, classificarle, interpretarle e sfruttarle consapevolmente può essere meno semplice”. Dopo Cicero, com’è cambiato il tuo rapporto con le figure retoriche?

In realtà ora mi sento molto più in difficoltà a parlare di figure retoriche – e di retorica anche di più. Quando ho cominciato a studiare l’argomento ho trovato una forte motivazione nel portare avanti il progetto, penso sia davvero necessario. Allo stesso tempo ho acquisito la consapevolezza della sua vastità, e di quanto ogni affermazione e definizione sia labile in questo settore. E poi sono la prima a dimenticarsi sempre i nomi e a fare confusione con le figure! Quindi ecco, sono la prima lettrice di Cicero, e devo ammettere che questo sguardo critico verso i testi e le immagini pian piano si solidifica, e mi aiuta anche nel lavoro.

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