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Lankenauta | Gli altri fanno volume

Gianluca Massimini di Lankenauta

Preceduto dalla frase di Ennio Flaiano “I giorni indimenticabili nella vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.“, presa in prestito da Autobiografia del blu di Prussia e posta in esergo, questo agile, fulgido romanzo di Angelo Calvisi edito dalla giovane e intraprendente Pièdimosca Edizioni (Gli altri fanno volume, appunto) si presenta da subito con una soluzione narrativa che spiazza e incuriosisce il lettore: quella di parlare della vita di Paolo, il protagonista della vicenda, scegliendo solo sei giorni in tutto, sei giorni molto significativi, vuoi perché ritenuti esemplari, di un’età o di una condizione, o perché si rivelano dei momenti cruciali, delle tappe fondamentali, per cogliere l’essenza di un percorso.

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Lettore medio – Gli altri fanno volume

cover calvisiLa precarietà della mia condizione e del lavoro in generale era uno degli argomenti che toccavo con mio padre. Una volta, invece di tenersi sul vago come aveva fatto fino a quel momento, si era espresso con dei luoghi comuni di matrice neoliberista che in fondo non coincidevano con l’idea che mi ero fatto di lui.

Ci sono città che restano confinate sullo sfondo e città che diventano parte della storia. Genova, senza dubbio, fa parte della seconda categoria a prescindere dal romanzo nel quale viene inserita. Nel caso de “Gli altri fanno volume”, il nuovo romanzo di Angelo Calvisi (edito da Pièdimosca edizioni), la città cara a de André è parte integrante di un romanzo di formazione dalle tinte molto oscure.

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Gli altri fanno volume | recensione di Samuele Petrangeli

Gli altri fanno volume – Angelo Calvisi, pièdimosca edizioni, 2020
Un cinghialetto meno di 200 pagine

Ci sta una frase di Michelangelo piuttosto famosa, secondo cui il suo metodo di scultura consiste nel prendere un blocco di marmo, fissarlo finché la scultura non emerge e poi liberarla del marmo in eccesso. Che è un po’ quello che di norma si fa con la narrativa. Se si vuole raccontare, che so, una storia d’amore, ci si concentra sugli episodi significativi – l’incontro, il primo bacio, le litigate più dure, forse la fine della storia d’amore, forse il suo rafforzarsi. Insomma, si selezionano gli eventi più importanti e li si fa emergere in modo che, alla vista e alla lettura, e soprattutto alla memoria, assumano un particolare ordine e significato. Li si scrosta, quindi, di tutti quegli eventi, di tutti quei giorni in eccesso che pare la soffochino. Proprio come il marmo in eccesso con il prigioniero di pietra di Michelangelo.

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