pièdimosca edizioni

Il lettore medio | intervista a Lucia Biancalana

Ipallage […] Cala con pigre ruote il falco.

Perché non creare una guida per orientarsi tra le figure retoriche?

Forse è questa la domanda che si è posta Lucia Biancalana, autrice di “Cicero”, il saggio illustrato edito da Pièdimosca edizioni.

Il volumetto – proposto nel singolare formato flipbook – mette il lettore di fronte a centinaia di artifici discorsivi ai quali, in maniera più o meno consapevole, ci accostiamo. E ne fa uso la letteratura, ma pure il cinema, la pubblicità o la propaganda politica.

Lucia Biancalana si diverte ad attingere dal vastissimo repertorio della retorica aggiungendo per ogni figura un’illustrazione che rende più chiaro il concetto.

Ho trovato interessantissimo il libro (date un’occhiata alla nostra IGTV di Instagram per vedere la chiacchierata con l’autrice) innanzitutto per l’intento pedagogico: far scoprire al lettore l’aspetto ludico delle parole. Sfatando il mito di disciplina noiosa, la retorica si trasforma in un enorme parco giochi con centinaia di attrazioni da scoprire e con le quali divertirsi.

Non aggiungo altro lasciando la parola all’autrice.

“Cicero”. Come è nato questo libro?

“Cicero” è nato da una Lucia molto confusa e interessata a tante cose contemporaneamente. La poliedricità delle figure retoriche mi è quindi apparsa come una piccola guida con cui orientarsi nella realtà. Da questa premessa, “Cicero” è diventato poi tanto altro. È stato sicuramente un progetto impegnativo e divertente da realizzare, che tuttora mi aiuta a ricercare delle idee in ambito lavorativo. È inoltre un mezzo divulgativo che coinvolge varie discipline: dalla poesia alla pubblicità, dall’arte allo spettacolo e chi più ne ha più ne metta. “Cicero” è infine, e prima di tutto, un’introduzione alle figure retoriche, una piccola guida utile a tutti, dato che ogni giorno, inevitabilmente, ci confrontiamo con i seduttivi artefici della retorica.

Il volume stimola la riscoperta: quella del valore ludico della scrittura. Non di solo smartphone vive l’uomo. Concordi?

Certo, per fortuna ogni tanto bisogna tenere in mano anche forchetta e coltello! Il fatto è che ormai qualsiasi cosa è accessibile attraverso uno schermo e per comunicare, fotografare, ascoltare, giocare, scrivere e leggere possiamo utilizzare un unico oggetto. “Cicero” ne è ben consapevole ma piuttosto che criticare a priori la realtà vorrebbe offrire gli strumenti con cui analizzarla, per permettere ai lettori di non rimanere passivi e di non lasciarsi ingannare dai torrenti di immagini che scorrono ogni giorno sul nostro schermo.

I richiami ad autori come Queneau, Rodari, Fosco Maraini e altri “funamboli della parola” sono evidenti. Quali altre sono state le fonti d’ispirazione?

C’era un libro all’ISIA di Urbino che scorreva spesso tra i banchi. Un oggetto grande e pesante, dalla copertina coloratissima. Dentro era racchiuso il lavoro di Massin, graphic designer e artista francese del ‘900, che ha sperimentato in maniera davvero innovativa il rapporto tra letteratura, tipografia e immagini: insomma, un pioniere nell’interpretazione visiva del linguaggio. Questo per dire che, in generale, gli stimoli che ho ricevuto risentono molto dell’ambiente universitario che ho frequentato.

La curiosità è e deve essere il motore di qualsiasi attività, culturale e non. Un suggerimento che andrebbe rivolto ai bambini, ma anche e soprattutto agli adulti, spesso troppo distratti da una realtà che scorre loro davanti agli occhi. Riflessione condivisibile?

In realtà, non mi sento di elogiare troppo il concetto di curiosità, perché può avere davvero tante connotazioni. Quello che suggerisco probabilmente è di imparare a dirigere la nostra curiosità secondo i nostri gusti e bisogni, per non lasciarla esclusivamente in mano agli stimoli che ci arrivano dall’esterno. Il linguaggio sfruttato dai social o dalla tv è calibrato per un lettore superficiale e fa capo ai bisogni più infantili dell’essere umano. Le figure retoriche sono sfruttate tantissimo in questo caso perché attirano la nostra attenzione, ci seducono e ci incuriosiscono, appunto. Ma verso cosa? Penso che sia questa piuttosto la domanda da porsi.

Cosa ti aspetti da questo libro?

Quello che spero maggiormente è che attraverso questa breve introduzione alle figure retoriche il lettore possa acquisire maggiore consapevolezza dello studio e del ragionamento che c’è dietro ogni parola e ogni immagine. E poi spero che faccia anche un po’ ridere, a dispetto di chi percepisce le figure retoriche come una noiosa, pomposa lista di termini e regole letterarie.

Un saluto retorico per i nostri lettori!

Innanzitutto, grazie per avermi dedicato un po’ del vostro tempo!

Vi lascio con una sentenza che ho sentito pronunciare per la prima volta da Jack Nicholson, nei panni del Joker in Batman (Tim Burton, 1989 – capolavoro, tra l’altro): “La penna è davvero più potente della spada”.

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