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Ad un tratto | Le nuvole sono pesantissime

ME L’HA DETTO LA LIBRAIA, quando io e la scienza abbiamo litigato

“Me l’ha detto la libraia” è la mia nuova rubrica su AdUnTratto ed è una rubrica a due voci, la mia e quella di Marta Bracciale (libraia della libreria Limerick di Padova), impegnate in un breve ma intenso scambio stile posta del cuore. Se avete un libraio di fiducia a cui rompere l’anima nei momenti difficili, capirete al volo perché questa rubrica esiste. Se non sapete di cosa sto parlando, capirete al volo di aver bisogno di un libraio di fiducia (magari è Marta, magari sarà quello della vostra città). 

 

Cara Marta,

ho da poco scoperto che febbraio è il mese della corrispondenza e avere come amica di penna una libraia mi sembrava il modo migliore per festeggiarlo. Ho pensato che ogni tanto anche ai lettori serve una posta del cuore perché, ammettiamolo, ci sono periodi in cui i nostri scaffali (mentali e fisici) non palpitano neanche un po’ e, allora, non c’è lista online che sia paragonabile a una persona esperta e affettuosa che ti ascolta e poi, magari, ti consiglia. Come sai, sono attirata dai libri belli come la mosca al miele, ma in questo periodo sono distratta da un enorme interrogativo: chi accidenti lo ha disegnato il coronavirus? E perché deve proprio sembrare una palletta spumosa piena di germogli?

Quando studiavo chimica al liceo e guardavo le figure sui libri non ci capivo mai niente e mi accorgo di aver subìto per anni quella grammatica visiva fatta di eliche e tratteggi senza mai metterla in discussione. La scienza non si discute, la scienza non si batte, la scienza è una cosa seria! Ma siamo sicuri? Dopotutto qualcuno che disegna ci sarà anche dietro al coronavirus che, come molte delle altre cose, se lo guardiamo al microscopio, non è mica così facile da inquadrare in una forma sola… 

Insomma, io e la scienza abbiamo un po’ litigato ultimamente, non sappiamo come prenderci, ci guardiamo con diffidenza reciproca perché lei fa la sostenuta e io sono convinta che mi prenda pure un po’ per matta a vedermi tergiversare giorno e notte con l’immaginazione (con cui lei non sembra andare poi così d’accordo… forse). Il nostro rapporto fa acqua da tutte le parti, ma magari tu puoi aiutarmi a fare pace… con lei e con la mia insofferenza. 

Scientificamente tua, Marianna

Cara Marianna,

ecco il libro che ho pensato per te. Si tratta di Le nuvole sono pesantissime di Valentina Bolognini, di una piccola casa editrice di Perugia che si chiama Pièdimosca. La conosci?

Questo loro ultimo lavoro, pubblicato a novembre, mi ha stuzzicato perché è una raccolta di fatti curiosi, di stampo scientifico, e penso possa essere il rimedio migliore all’insofferenza di cui mi hai scritto. Io ho sempre avuto una fortissima passione per la comunicazione della scienza, quando “ero giovane” ho anche seguito un Master di un anno per approfondire questo mio interesse. A dir così, sembra anche che io abbia operato una scelta ragionata e professionale nel proporti questo libro ma, devo essere sincera, a guidarmi è stato soprattutto il nostro comune gusto per l’assurdo.

Questa carrellata di fatti curiosi ha molto in comune con le nostre chat whatsapp (sono certa che sarai d’accordo con me). Se poi le stramberie riguardano gli animali meglio ancora. Quando ho letto che “le termiti mangiano due volte più velocemente quando sentono musica rock”, ero sicura che prima o poi sarebbe arrivata l’occasione giusta per condividere con te questa scoperta!

L’augurio nelle prime pagine recita: “Questo libro vuole solleticare la tua curiosità: se vorrai approfondire i fatti curiosi qui illustrati potrai farlo autonomamente […]. Intanto mettiti comodo o comoda e immagina”. Ed è proprio su quel “immagina” che voglio portare la tua attenzione, su come le illustrazioni accompagnano questo tipo di comunicazione.
La scienza è spesso fatta di astrazioni, di relazioni, inferenze, di elementi troppo grandi o troppo piccoli per essere rappresentati concretamente. Se leggiamo che “Gli esseri umani condividono il 50% del DNA con le banane” – altro fatto che mi ha mandato fuori di testa! – è più funzionale la fotografia al microscopio delle famose eliche di acido desossiribonucleico o un’illustrazione evocativa che stimoli le nostre personali immagini mentali?

Mentre ci pensi, io intanto sfoglio un po’ queste pagine e te ne dedico un paio tra le mie preferite:

Ho scoperto giusto qualche mese fa l’esistenza della medusa infinita! Nel ritrovarla qui mi sono un po’ gongolata, della serie “Tsk! Io questa cosa la sapevo già”, e un po’ mi sono lasciata affascinare dall’illustrazione, che rimane credo la mia preferita del libro per la capacità di sintesi (e la palette cromatica).

Le associazioni mentali di cui è capace il nostro cervello sono sempre affascinanti. Non so se sono capitata qui per questo, o perché – e credo sia la motivazione più probabile – questa frase mi ha fatto subito venire in mente l’incipit del romanzo di Johan Harstad edito da Iperborea Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?: “ La persona che ami è fatta per il 72,8% d’acqua e non piove da settimane”.

Credo che la bellezza di questo libro stia anche in questo, nel creare connessioni e ulteriore curiosità. Forse alla scienza non interessa che facciate pace. Preferisce un costruttivo continuo nutriente bisticcio.

Marta

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