FUGHE

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FUGHE

di Cristina Pasqua

9791280289

e 15 | 14,8×20 cm | 176 pagine

 

«Stai male?», chiese il Romito.

«Male? Come staresti tu?»
«Ci serve sole», gli fece eco il Greppio.
«Parli bene. Si torna nell’entroterra. Tutti insieme. Uniti. Dobbiamo restare nascosti. Di che sole parli? A Timpari
il sole non batte.»
«Un passaggio a casa. Tra quattro giorni è Natale», azzardò Inghieri. Non seguì risposta.

Difficile trovare vie di fuga per le anime perse che popolano i racconti di Cristina Pasqua; uomini e donne che si inerpicano controcorrente, abitano stanze vischiose, dalle serrande abbassate, perforate da spifferi, con muri scarabocchiati di un’umidità muffita che è tanto reale quanto correlativo oggettivo della loro fatica. Si annusano con sospetto come animali di specie diverse in cerca delle stesse prede, si riconoscono tra odore di dopobarba dozzinale e sudore. E fuggire può voler dire a volte andarsene davvero, definitivamente, per sempre: anzi forse
a qualcuno è già successo e non se ne è nemmeno del tutto accorto.
Ventitré racconti scritti in momenti diversi, lontani tra loro nel tempo della stesura, ma stretti dall’uso di un linguaggio necessario, asciutto, fatto di reazioni impreviste tra le parole, che si rincorrono affilate e impietose, o sfregano tra loro come carta vetrata, o esplodono con un colpo secco.
Ventitré racconti che lasciano la sensazione di avere sbirciato di soppiatto attraverso una porta accostata che avrebbe dovuto rimanere chiusa, di essere entrati senza permesso dentro esistenze sghembe che avanzano alla rinfusa. E quando la porta in cui, clandestini, ci siamo intrufolati si chiude con uno scatto, si resta con la sensazione di aver afferrato al volo brandelli di vita impossibili da ricucire insieme, e che continuano però a pulsare ben oltre l’ultima pagina del libro.

(Marina Chiarioni)

Cristina Pasqua


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